ChatBot: Cosa Sono e Come Funzionano
Negli ultimi mesi non si sente parlare d’altro che di ChatGPT, l’innovativa chatbot in grado di formulare testi simulando un linguaggio molto naturale grazie all’avanzatissima AI e al machine learning.
La sorprendente velocità con cui riesce a generare testi di diversa lunghezza e complessità a seconda degli input digitati ha suscitato non poco scalpore e timori tra i professionisti del mondo digitale. Centinaia di opinioni da parte dei digital marketer sono esplose sul web in merito al timore che in un futuro non troppo distante questi nuovi strumenti di AI possano sostituire la loro professione.
Ma è davvero così, oppure queste paure sono infondate?
Cosa sono e a cosa servono i chatbot
Prima di esplorare come i digital marketer, e più in generale le aziende, possano sfruttare tutte le potenzialità dell’AI, cerchiamo di capire cos’è esattamente una chatbot.
Con questo termine ci si riferisce a quelle applicazioni progettate principalmente per offrire un ulteriore supporto agli operatori dell’assistenza clienti online, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa per gli utenti attraverso risposte semplici e veloci.
Proprio i bassi costi di gestione e la possibilità di garantire una migliore esperienza di navigazione per gli utenti hanno contribuito alla loro integrazione all’interno delle strategie di vendita aziendali. Infatti, dallo studio svolto da Intercom emerge come le chatbot abbiano incrementato le vendite delle aziende del 67%; mentre le ricerche condotte da Drift nel 2022 rilevano che il 59% delle aziende considera le chatbot un ottimo strumento per generare un volume maggiore di lead altamente qualificate.
E nei prossimi anni il business continuerà ad espandersi: Statista prevede che il mercato mondiale ammonterà a circa 455 milioni di dollari di entrate nel 2027.
Chatbot per aziende: limiti e funzioni
Il trend Chatgpt è solo all’inizio della sua evoluzione ma l’impatto iniziale è stato “devastante”. L’hype intorno all’introduzione di questa nuova tecnologia è stato senza precedenti (pur non essendo il primo prototipo uscito sul mercato); questo ci consente di affermare come è forte la trasformazione di approccio al business da parte delle imprese, che prestano sempre più attenzione alla user experience dei propri clienti. Le chatbot per aziende, infatti, possono essere essere impiegate in diversi settori e svolgere un’ampia varietà di funzioni: dall’invio delle e-mail ai suggerimenti per gli acquisti, dalle traduzioni automatiche alla generazione di immagini o testi.
Non sorprende che quindi i professionisti del settore abbiano cominciato a temere che il proprio lavoro potesse venir rimpiazzato da una macchina.
Nonostante l’avanzata intelligenza artificiale di cui sono dotate, gli esperti rassicurano che la qualità dei lavori prodotti risulta ancora acerba e, pertanto, necessitano sempre di un’attenta revisione.
Pertanto, invece che un nemico da combattere, riteniamo questi software un ottimo alleato a supporto di coloro che svolgono professioni creative: anche se la qualità degli output al momento risulta imperfetta, senz’altro agevolano il lavoro e possono essere utilizzati come spunti per creare dei contenuti più coinvolgenti.
Negli anni a venire le chatbot entreranno sempre più a far parte della nostra quotidianità, trasformando definitivamente il nostro rapporto con la tecnologia. Il professionista creativo non potrà essere sostituito (o perlomeno, ci vorrà ancora molto tempo): la ricerca dell’idea e l’architettura del contenuto dovrà sempre essere gestita da una persona reale; al momento i limiti della piattaforma sono evidenti e occorre saperla sfruttare come fonte ispirazionale e per l’operatività creativa.