I Numeri del Vino Italiano nel mondo
Quello vitivinicolo, insieme al comparto food, è uno dei settori che negli ultimi anni ha espresso meglio il valore del Made in Italy in tutto il mondo: una realtà di grande rilievo dell’economia italiana capace di rafforzare l’identità del nostro Paese all’estero.
Per valore della produzione, orientamento al mercato e performance economico-finanziarie, il vino si classifica al primo posto tra le nove diverse filiere integrate del settore alimentare, dalle carni alla pasta, dall’olio d’oliva alle conserve vegetali, dall’ortofrutta ai mangimi.
In particolare il 2021 sembra aver descritto un trend più che positivo per il settore, rivelandosi un’annata ottimale per il comparto wine e gli spirits Made in Italy: vediamo insieme alcuni dati per capire quanto vino esporta l’Italia oggi e quali sono i principali mercati di sbocco per le vendite all’estero.
I numeri dell’export di vino italiano nel mondo
Le esportazioni vinicole italiane sono cresciute rapidamente negli ultimi dieci anni colmando il gap con i principali competitors grazie soprattutto alla diversificazione della produzione, che ha reso possibile vendere vino all’estero con successo grazie all’offerta di numerose tipologie.
Ottime sono state soprattutto le performance ottenute dai Dop, con un incremento del 17% in valore, trainati in particolare dal segmento dei fermi, con un +15% e da quello degli spumanti, con un +27%.
Il Bel Paese si classifica da anni tra i primi paesi esportatori mondiali di vino per volumi, ma secondo i dati Istat è stato soprattutto il 2021 l’anno del rilancio dell’economia italiana, con una crescita delle spedizioni pari ad un +15,8% sul primo trimestre del 2020 ed un valore di 3,33 miliardi di euro.
Particolarmente sostenuta sembra essere soprattutto la crescita delle esportazioni nei Paesi terzi, con un incremento dell’11% in termini di volume e del 17% in valore, mentre le vendite verso i principali mercati di sbocco dell’Ue sembrano mantenersi stabili in quantità, con una crescita pari all’11%.
Sorprendente è il paragone con il 2019, un periodo particolarmente felice per le esportazioni del settore, che toccarono nello stesso periodo i 3 miliardi di euro, superate oggi dalle performance della prima metà del 2021 che hanno segnato un +10%.
Sono soprattutto le vendite negli Stati Uniti ad aver fatto registrare nel primo semestre 2021 il tasso di crescita più elevato pari ad un +18,6%, addirittura pari al doppio di quello della Spagna e triplo rispetto alla Francia: un solido primato che fa decollare il valore delle esportazioni enologiche italiane da 724 a 859 milioni di euro. Altrettanto degno di nota è il nuovo record ottenuto nel vicino Canada, dove il fatturato per l’export è cresciuto da 148 a 179 milioni di euro.
Sostenuti, secondo i dati Nomisma, anche i ritmi delle vendite in Uk e Germania, con percentuali di crescita pari rispettivamente al 6,1% e 9,4%. Ancora più significative le performance realizzate in Russia, dove le esportazioni di vino italiano sono aumentate del 45,4% con una crescita del fatturato da 39, 9 a 58 milioni di euro.
Positivi anche i dati sull’export italiano in Francia, che ha fatto segnare un +16,3% nei primi sei mesi del 2021, passando da 86 a 100 milioni di euro, in recupero anche le spedizioni in Svizzera con un +5% per gli ettolitri e un +13% per gli introiti.
Degni di nota sono anche i risultati ottenuti nei mercati asiatici, che fanno registrare i tassi maggiori di crescita, trainati soprattutto dalla Cina che sembra aver raggiunto il dato migliore degli ultimi 5 anni per import di vino italiano, passando da 37 a 65 milioni di euro.
La Corea del Sud, piccolo ma solido mercato, ha fatto totalizzare invece una crescita delle importazioni pari ad un +161.2% solo nel primo trimestre del 2021.
Partner affidabili si confermano anche i due mercati scandinavi più importanti, con la Norvegia con un +3,7% e la Svezia con un +2,9%, seguite dall’Austria che cresce dell’8,9% superando la media degli ultimi tre anni con un fatturato di 51,2 milioni di euro.
Significative anche le performance ottenute in Svizzera, quarto mercato estero per il vino italiano, che ha visto crescere le importazioni del 18,7%, per un valore di 198,8 milioni di euro. Da segnalare infine gli importanti tassi registrati in paesi come l’Australia e mercati come Emirati Arabi, Brasile, Vietnam, Singapore e Hong Kong.
Per quanto riguarda i prezzi, i listini sembrano essere quasi triplicati rispetto a 25 anni fa: il valore medio dell’export di vino tricolore è passato da 1,3 euro a litro del 1997 ai 3 euro a litro nel 2020, con un incremento pari al 129%.
Un risultato ottenuto con un percorso di qualità messo in atto dalle cantine del Belpaese grazie ad una sempre maggiore apertura al cambiamento e all’affiancamento di professionisti: affidarsi ad un export manager può fare la differenza per far crescere il business e preparare la tua azienda all’internazionalizzazione.
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