Esportare in Europa
Come farlo al meglio
Quando parliamo di Europa facciamo riferimento all’Unione Europea, fondata nel 1993 e ad oggi composta da 27 Stati membri, in seguito all’uscita del Regno Unito nel 2020.
Nel commercio mondiale, l’Europa occupa una posizione di rilievo: è la prima esportatrice di manufatti e servizi e il principale mercato di esportazione per 80 Paesi del mondo, rappresentando il 16% delle importazioni ed esportazioni internazionali.
Nell’area europea è in vigore l’utilizzo di una valuta ufficiale unica, l’euro, in circolazione dagli anni 2000 ed adottata da 19 Stati membri dell’UE che costituiscono la cosiddetta Eurozona. Ad oggi, la moneta europea è la seconda più utilizzata per le operazioni finanziarie internazionali.
Cosa serve sapere per esportare in Europa?
Ecco qualche suggerimento per esportare con successo 👉
Aspetti importanti per esportare in Europa
Quali sono i principali prodotti esportati dall’Italia?
Al primo posto della classifica dei prodotti Made in Italy maggiormente commercializzati all’interno della Comunità Europea restano sempre i nostri prodotti agroalimentari tipici: formaggi, pasta, salumi e vino.
Il secondo settore per importanza è quello della moda e accessori dove primeggiano occhiali, gioielli (soprattutto orologi), calzature e abbigliamento (in particolare l’alta moda ma anche il prêt-à-porter, sempre in crescita).
Terzo per volumi movimentati è invece il settore arredo che comprende mobili e complementi ma anche rivestimenti (in particolare piastrelle).
Al quarto posto sono stabili auto, moto ma anche biciclette, e il comparto della meccanica in genere.
Classifica dei prodotti Made in Italy commercializzati nel territorio dell’UE
Differenze culturali da gestire
Se dal punto di vista legislativo la Comunità Europea sia pressoché riuscita ad armonizzare i diversi sistemi nazionali in un unico pattern paneuropeo, sul fronte culturale questo processo di omologazione sembra impraticabile. Ogni singolo Paese rappresenta una specificità assoluta, a partire dalla lingua naturalmente, ma sono fondamentali anche storia, tradizioni e usanze, abitudini di consumo e gusti, così come cultura aziendale, dinamiche di business e non ultimo l’approccio interpersonale, fondamentale nelle trattative commerciali.
Conoscere e comprendere queste differenze culturali tra i diversi Paesi europei può essere determinante nei rapporti internazionali, mentre ignorarle può inficiare o addirittura compromettere una relazione commerciale o una trattativa.