Internazionalizzare le PMI?
Ecco le analisi da fare prima di partire
Ogni strategia per internazionalizzare le PMI è diversa, perché ogni azienda ha esigenze e caratteristiche specifiche. Ci sono però alcuni passaggi fondamentali per espandere la tua rete commerciale all’estero in modo efficace e duraturo. Vediamoli insieme.
Come internazionalizzare le PMI
Scopri le fasi di analisi prima di decidere se internazionalizzare la tua PMI
1. Analizzare il tuo prodotto
Se fabbrichi cucine e vuoi vendere il tuo prodotto all’estero, ad esempio in Spagna, devi fornire ai rivenditori locali tutti gli strumenti necessari per la vendita (cataloghi, sito web, istruzioni di montaggio, rendering per la progettazione) tradotti in spagnolo. Lo stesso vale per le aziende di servizi: pur avendo una caratura internazionale minore rispetto ai prodotti veri e propri, anche questi possono essere esportati ma vanno comunque adattati e resi appetibili per l’estero. Pensiamo a un software speciale: prima di metterlo in commercio al di fuori dell’Italia è necessario tradurlo in varie lingue, per renderlo fruibile da un pubblico globale.
Un discorso diverso va fatto per chi produce prodotti a basso valore aggiunto come le linee low cost. Bisogna scegliere con cura i mercati di destino, perché gli importanti costi dovuti al trasporto potrebbero rendere impossibile mantenere prezzi competitivi, quindi esportare non è la scelta giusta per tutti. Prima di intraprendere la strada dell’export chiediti se il tuo prodotto ha tutte le carte in regola per essere vincente. Affidati a un professionista di marketing internazionale come il Temporary Export Specialist®per calcolare l’indice di esportabilità della tua azienda.
2. Analizza la situazione aziendale
Prima di pensare di internazionalizzare le PMI occorre capire se l’azienda è strutturata in maniera adeguata. L’ingresso nei mercati esteri per una PMI è un passo importante e bisogna essere preparati ad affrontarlo nella maniera migliore.
Servono:
- Un team competente (marketing e commerciale) in grado di seguire i contatti con l’estero
- Disponibilità finanziarie per coprire eventuali investimenti (trasferte, fiere, spedizione di campioni)
- Un reparto produttivo e logistico pronto a gestire con puntualità e precisione un aumento degli ordini
Sembra un dettaglio di secondo piano, ma l’aspetto esteriore dell’azienda ha importanza. Infatti, da non trascurare anche l’ordine e la pulizia della sede aziendale: dovendo accogliere clienti di caratura globale un ambiente curato è indispensabile.
3. Confrontati con i competitor globali
Chi sono i tuoi concorrenti? Dove e cosa vendono all’estero? Com’è organizzata la loro rete commerciale?
Sono tutte domande a cui devi saper rispondere, per non farti trovare impreparato una volta che decidi di avviare o ottimizzare un’attività di export.
Confrontarsi con mentalità e tecnologie differenti ti permette di migliorare i tuoi prodotti, rendendoli ancora più competitivi.
4. Scegli il giusto mercato
La scelta del mercato in cui espandersi non deve essere dettata dall’emotività. Non puoi decidere di esportare in Germania solo perché conosci il tedesco o perché hai letto sui giornali che è un paese dove il Made in Italy è molto apprezzato. Se ad esempio vuoi vendere auto all’estero, devi assicurarti che l’automobile sia il mezzo di trasporto più utilizzato dai residenti. Per scegliere il paese che offre gli sbocchi commerciali migliori, il cosiddetto mercato obiettivo, è necessario analizzare i mercati mondiali identificando le aree più interessate ai tuoi prodotti. Improvvisare non è possibile e può rivelarsi controproducente, perché una scelta sbagliata può mettere a rischio tutto l’investimento. Seguendo questi step affiancato da un consulente export qualificato potrai mettere in atto una strategia di internazionalizzazione customizzata per la tua azienda.
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