Normativa ed etichettatura alimentare
L’Italia è un Paese con una lunga storia culinaria alle spalle: ai prodotti agroalimentari italiani è attribuita da sempre un’immagine estremamente positiva, una garanzia di alta qualità. Il mercato estero per questo motivo è un ottimo canale per farsi conoscere e aumentare il proprio valore. Tuttavia, molte piccole e medie imprese non riescono a sfruttare questa grande opportunità perché il mercato all’estero è complesso e devono fare i conti con regolamenti europei, normative ed etichettature del settore alimentare.
Spesso, molte aziende del settore ci rivolgono alcune domande mirate perché vorrebbero districarsi velocemente tra i nodi dell’export e delle regole da seguire. Ad esempio:
“Cosa serve per esportare alimenti all’estero?”
“Il mio prodotto è adatto per essere consumato sui mercati esteri?”
Dai nostri oltre 20 anni di esperienza sul campo, proviamo a rispondere alle domande più richieste!
Quali sono i regolamenti europei per la vendita dei prodotti alimentari?
Per vendere prodotti alimentari dall’Italia (e dall’Europa) è necessario osservare i Regolamenti (CE) 854/2004 e 882/2004, da cui è stata istituita l’European Food Safety Authority (EFSA), l’agenzia europea per la sicurezza alimentare.
La normativa è estesa a tutta la filiera e non è limitata al produttore del bene, per cui includono anche la fase del confezionamento, degli imballaggi e della logistica.
Inoltre, è importante tenere conto del Codex Alimentarius coordinato dalla FAO e dall’WHO (World Health organization). Il codice è un documento che raccoglie tutti gli standard e le normative per effettuare un commercio internazionale nel rispetto della salute dei consumatori e della legge.
Quali sono le informazioni riportate nel codice alimentare?
- Procedure HACCP
- Standard internazionali di carattere generale
- Lista ufficiale degli additivi (GSFA)
- Indicazioni su limite massimo di principi attivi in campo veterinario e pesticidi (MRLs)
- Guide a tema
Come funziona l’etichettatura alimentare?
In riferimento alla normativa dell’etichettatura dei prodotti alimentari, i Temporary Export Specialist di Co.Mark suggeriscono di studiare le politiche locali soprattutto in termini di indicazioni di peso, valore del bene e licenze specifiche richieste dal Paese di destinazione. È inoltre necessario poi adattare la documentazione in base alla finalità di vendita: ricordiamo infatti che per la partecipazione a fiere, eventi o per inviare soltanto dei campionari, le procedure di invio sono diverse e la registrazione dei prodotti non corrisponde allo standard.
Anche l’etichettatura non dovrebbe essere sottovalutata, perché è un aspetto caratterizzato da profonde differenze in base al Paese obiettivo. L’etichetta dell’alimento è infatti il “biglietto da visita” che stiamo vendendo, dovrebbe essere perciò comunicata in forma chiara e completa, essere veritiera ed indelebile.
Il mio prodotto è esportabile? È adatto al consumo estero?
Prima di prepararsi ad un’avventura internazionale, una delle domande che ti capiterà di porti riguarderà l’esportabilità. Potrebbe essere davvero apprezzato all’estero?
Per scoprirlo, è opportuno rispondere ad alcune domande:
- Quali sono le abitudini alimentari del tuo target obiettivo? Ci sono dei trend destinati a finire o in crescita? Vanno verificate le attitudini e i gusti dei consumatori; per farlo, si può provare ad associare un alimento (presente nel mercato di destinazione) comune al prodotto che si vuole esportare.
- Qual è l’andamento delle vendite nel mercato obiettivo? Verificare il trend degli acquisti nel mercato di destinazione selezionato, aiuta a supportare l’identificazione delle abitudini degli acquirenti locali, oltre che quantificare il grado di concorrenza esistente.
- Quali sono le caratteristiche distintive del prodotto che si vuole esportare? Il rischio di fare un’analisi troppo superficiale, in questa fase, è alto. Per poter essere efficaci è importante chiedersi il perché il vostro prodotto dovrebbe essere acquistato dai consumatori esteri. Ha qualche caratteristica che lo differenzia dalla concorrenza?
In conclusione, vi diamo un altro suggerimento: per commercializzare nel settore enogastronomico è fondamentale anche la ricerca di informazioni ufficiali, da enti governativi come ICE (Istituto per il Commercio estero). Grazie ad alcune prime ricerche sarai in grado di conoscere se esistono accordi tra i vari Paesi o eventuali regole che possano disciplinare gli scambi.
A seguito di questo, è fondamentale orientarsi con un consulente specializzato, che sappia come governare i rapporti commerciali e creare una rete solida.