I numeri del Design in Italia
Il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro.
Questo è quanto emerge dai risultati del report “Design Economy 2022”, divulgato dalla Fondazione Symbola, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che descrive un cambiamento significativo che investe anche il Made in Italy.
L’analisi, condotta con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore di un settore che rappresenta un vero e proprio volano per la competitività del sistema produttivo nazionale, evidenzia una metamorfosi più generale dell’industria, che, in un contesto in cui scarseggiano le risorse, richiede una riprogettazione dei prodotti, destinati a diventare sempre più durevoli e riutilizzabili.
Proprio a fronte di potenti cambiamenti in atto, dalla crisi climatica al difficile contesto geopolitico, il design mostra di avere gli strumenti per governare la complessità.
Il successo del settore in Italia si riflette nella capacità di saper interpretare i trend del mercato, rispondendo di volta in volta con nuovi artefatti e conciliando tradizione e innovazione di fronte agli eventi contingenti e inattesi.
Vale la pena approfondire e analizzare il suo importante contributo all’economia italiana: analizziamo i dati più significativi in termini di fatturato, per capire quanto vale il design italiano e quali sono gli aspetti vincenti che lo caratterizzano e lo rendono uno dei principali simboli del Made in Italy del mondo.
L’Economia del Design Made in Italy
Con una quota di 30.000 imprese attive nell’ambito del design, l’Italia si conquista una posizione ai vertici della classifica europea, offrendo occupazione a ben 61 mila lavoratori e generando un valore aggiunto pari a 2,5 miliardi di euro.
Secondo il rapporto della Fondazione Symbola, il 44% delle realtà operano all’estero mentre il 45% su scala nazionale, mentre il 10,8% a livello locale: un sistema alimentato nel nostro Paese da una solida rete formativa, con ben 81 istituti accreditati dal Ministero dell’Istruzione, e sviluppato con una particolare concentrazione nelle regioni della Lombardia, Piemonte ed Emilia. Tra le province Milano registra ben il 18% del valore aggiunto e il 15% degli addetti in Italia, seguita da Roma e Torino.
Un quadro più che positivo che conferma il trend previsto fin dal 2021, quando la maggioranza degli operatori iniziò a registrare una crescita consistente nel settore, nonostante i problemi legati al rincaro dell’energia e alla carenza delle materie prime.
Il design italiano e la sfida della sostenibilità
Eccellenza tecnologica, qualità ed ecosostenibilità sono i fattori che in tutta Europa consacrano il valore dell’arredo italiano, trasformandolo in un motore di crescita per l’intero comparto.
Arredamento, automotive, immobiliare e abbigliamento sono in Italia i principali driver della domanda di ecodesign. In uno scenario di piena transizione ecologica, il tema della sostenibilità si trasforma in una vera e propria sfida, che le produzioni Made in Italy hanno saputo cogliere facendone una leva fondamentale di una riorganizzazione imprenditoriale.
Secondo i dati del Rapporto, il 55,1% delle imprese dichiara di avere competenze di medio livello sul tema e di alto livello nel 33,9% dei casi. Nello specifico il 57,6% delle aziende intervistate sostiene di dare valore alla durabilità, riprogettando il prodotto per ottimizzarne la manutenibilità, mentre il 43,4% si concentra sulla riduzione dell’impiego di materie prime e di energia. Nel 34% dei casi gli intervistati dichiarano di progettare prodotti con un occhio di riguardo per il riciclo, mentre il 31,4% offre servizi legati alla riparabilità.
Attraverso un uso efficiente delle risorse e l’innovazione tecnologica si riesce così ad operare quella revisione di prodotti e processi necessaria per creare valore e trainare la domanda di sostenibilità.
Secondo lo studio realizzato da Bain & Company, il valore globale del design italiano di alta gamma, rappresentato in particolare dall’arredamento, dopo essersi attestato a circa 40 miliardi di euro con una ripresa ben più marcata di altri settori del segmento luxury nello scorso anno, potrebbe raggiungere una quota di ben 60 miliardi nel 2026 cogliendo le opportunità offerte dal digitale e dalla seconda urbanizzazione della Cina.
Evidenze emerse anche dall’Altagamma-Bain High-End Design Market Monitor 2022, in occasione della 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano: i dati evidenziano infatti un nuovo trend, quello della centralità della casa, considerato come un rifugio personale ed una crescente ibridazione degli spazi, dove si dà sempre più valore alla raffinatezza estetica e il design prende piede come un vero protagonista dando un importante input alla filiera.
Dati e analisi che illustrano non solo nuovi bisogni ma che sottolineano anche la necessità di rendere sempre più efficaci gli strumenti del Made in Italy, dalla scelta dei materiali fino alla ridefinizione della supply chain, per favorire una maggiore competitività delle aziende e porre le basi per un nuovo futuro a misura d’uomo e dell’ambiente.
Diventa sempre più importante in questo contesto una comunicazione mirata, che coinvolga anche gli strumenti digitali, fondamentali per intraprendere un percorso di internazionalizzazione efficace.
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