Come capire quando scegli un Temporary Export Manager falso
Chi decide di percorrere la strada del commercio estero molto spesso affida la gestione del processo di internazionalizzazione a una figura dotata delle giuste competenze, capace di muoversi con sicurezza nei diversi paesi. Il Temporary Export Manager è una figura specializzata nell’elaborazione di strategie di export, con competenze, strumenti e metodi orientati ai risultati. In giro, però, ci sono anche tanti falsi guru: ecco come smascherarli.
Smaschera un Temporary Export Manager falso
Il Temporary Export Manager falso non lavora sul campo
Visto il numero sempre più alto di imprese che puntano a espandere il proprio business oltre confine, negli ultimi anni sono comparsi sulla piazza professionisti e società che dicono di fare Temporary Export Management, ma che in realtà offrono semplici consulenze – più o meno qualificate – senza accompagnarle con azioni concrete.
Se vuoi vendere all’estero con successo, pretendi che dietro alle parole ci siano i fatti. Una strategia vincente comprende azioni di marketing operativo, perché l’export si fa direttamente sul campo.
Temporary Export Specialist: fa marketing mentre vende
Non accontentarti: pretendi il miglior consulente export per la tua azienda
Una soluzione ideale su carta non è sufficiente per avviare un export di successo. Internazionalizzarsi significa entrare in relazione con clienti di caratura globale, che hanno culture e mentalità diverse dalla nostra, e per farlo servono competenze socio-economiche e i contatti giusti. Avere esperienza, competenze e gli strumenti come banche dati di potenziali clienti nei diversi mercati e settori merceologici permette di passare subito al piano d’azione. Inoltre ci permette di giungere in tempi brevi a risposte e risultati concreti. Già durante la fase di trattativa, mentre presenta ai buyer l’azienda per cui opera e i suoi prodotti, il TES raccoglie informazioni preziose per elaborare una strategia di internazionalizzazione ben strutturata.
La scelta di un export manager va ponderata attentamente. Non affidarti al primo che capita, ma scegli il miglior consulente export per la tua azienda. Prima di firmare il contratto con un Temporary Export Manager, oltre a verificarne le competenze, controlla che i Casi da lui seguiti abbiano avuto successo e una crescita concreta del fatturato estero.
L’export manager non è solo un consulente
Chi segue l’export di un’impresa non può svolgere al meglio il suo lavoro senza recarsi in azienda. Il consulente deve quindi essere fisicamente presente, per potersi interfacciare con l’imprenditore e con gli altri dipendenti, per raccogliere informazioni sui prodotti, avere uno scambio sulle azioni export intraprese, condividere con tempismo le strategie e discuterne l’efficacia, e infine anche per monitorare i risultati ottenuti. Il Temporary Export Specialist è a tutti gli effetti un ufficio estero in outsurcing: parla e agisce a nome dell’azienda, presentandosi ai buyer e ai prospect come un dipendente. Questo aspetto lo differenzia dall’agente di commercio estero, che spesso viene invece percepito come un’entità esterna. La presenza in azienda per 4 giorni al mese è inoltre vincolante per poter accedere ai voucher internazionalizzazione, finanziamenti a fondo perduto destinati alle imprese che vogliono avvalersi dei servizi di un TES® per creare una rete commerciale estera.
Molte PMI si sono affidate ai TES® di Comark e hanno voluto condividere la storia della loro espansione all’estero. Clicca sul link in basso e scarica il PDF gratuitamente: all’interno troverai alcuni esempi di export vincente.